lundi 18 février 2008

FAUNO BARBERINI - GLITTOTECA DI MONACO - III SEC. a.C.

Portava il titolo E il principe borghese impedì a Canova di mostrare Paolina” l’articolo di Ermanno Paccagnini pubblicato il 22 giugno 2002 sul Corriere sella Sera, nella sezione culturale. E’ un pezzo interessante che conclude con il richiamo al Museo di Possagno. Il pezzo di Paccagnini inizia con la famosa vendita del Fauno Barberini al principe di Baviera: “Passan 200 anni, e si è sempre lì: a discutere la legittimità o meno di alienare il patrimonio pubblico, specie se artistico: con, ieri come oggi, il braccio di ferro tra sovrintendenze e ragion di Stato. La quale ultima finisce regolarmente per prevalere, anche quando, come nella Roma di Pio VII, l'Ispettore generale delle antichità si chiama Antonio Canova: che nulla può se è il potere stesso a consentire che l'ellenistico «Fauno Barberini», acquistato da re Ludwig di Baviera e alla cui esportazione Canova si oppone con vigoria, prenda la via di Monaco: riuscendo appena a trattenerlo il tempo necessario a farne copia per uso didattico”. Tratto alla luce nelle vicinanze di Castel Sant'Angelo a Roma rappresenta Fauno, dio della campagna e dei boschi, protettore delle greggi, addormentatosi dopo, una copiosa libazione, su di una roccia in posizione alquanto scomoda. Statua veramente squisita di fattura e di concezione, il Fauno Barberini esprime straordinariamente l'intensità e il morbido naturalismo espressivo raggiunto dagli scultori di età ellenistica. Peccato solo che non sia rimasto in Italia! Accontentiamoci della copia. (Le immagini ritraggono l’originale, fine III sec. a.C. circa, che si trova nella Glittoteca di Monaco).

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1 commentaire:

Anonyme a dit…

E' una delle sculture più belle che ho mai visto.

Rob Woodcox

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